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Dove il cinema non arriva....arriva il cimena! Il crowdfunding per portare il grande schermo nei reparti pediatrici dell'ospedale

Campagna conclusa Campagna conclusa
Un progetto di il cimena di Elena Xerri
Progetto su Ginger
OBIETTIVO 5000.00 > Vai alla campagna

Abbiamo incontrato Elena Xerri qualche mese fa, quando ha cominciato a raccontarci di questo sogno nel cassetto, sul quale fantasticava già da un po': portare il cinema dentro agli ospedali, nei reparti pediatrici, per far dimenticare ai bambini e alle loro famiglie dove si trovano, vivendo una vera esperienza davanti al grande schermo.Non è stato facile ma... Elena ci è riuscita!

Il cimena nasce da una grande passione per la caratteristica più unica e speciale che possiede la settima arte: regalare sogni, viaggi, paure, ristendiamo, lacrime in poche ore!Polanski diceva: "il cinema dovrebbe farti dimenticare che sei seduto in un teatro".

"È proprio questo che il cimena vuole fare - racconta l'ideatrice del progetto - entrare in un ospedale e trasformare una quotidiana sala giochi in una lanterna magica, invitare chi ci entra a dimenticarsi di tutto per un po' e partire per un bel viaggio."



In pochi mesi Elena ha messo in piedi il progetto, trovando la collaborazione dell'ASL e pianificando già le prime proiezioni negli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna.

Man mano che si delineava il progetto, Elena si è resa conto che i costi per avviare questa avventura non sarebbero stati banali. Per portare il cimena negli ospedali servono: un videoproiettore professionale, uno schermo autoportante, un impianto audio dolby surround e un lettore blu-ray. A questi costi si aggiungono le spese per selezione delle pellicole, per la distribuzione e la gestione delle proiezioni.

Essendo un progetto gratuito per ospedali, piccoli pazienti e famiglie, il crowdfunding è un ottimo strumento per chiamare tutta la comunità a raccolta per realizzarlo, con l'obiettivo di dare una sostenibilità nel tempo al progetto e poter portare il cimena in più ospedali possibili. 

Con i 5 mila euro raccolti il progetto si potrà sostenere per i primi mesi e potrà porre le basi per diventare un appuntamento regolare per i bambini ospitati nelle strutture ospedaliere dell’Emilia-Romagna, con l’obiettivo di entrare in più reparti possibili.

Del progetto si è appassionata anche ASTER, che sempre di più si sta interessando a dinamiche di innovazione che escono dai binari della tecnologia e che si orientano verso nuovi processi della cosiddetta social innovation. Questo progetto è l’esempio che i settori dell'economia regionale sono sempre più contaminati e che dall’incontro di esperienze e professionalità diverse si può fare molto per il territorio. La sanità e le Industrie Culturali e Creative possono avere un impatto positivo per il benessere della persona e per l'innalzamento della qualità della vita. 

Anche l’Università di Bologna è stata coinvolta nel progetto e sta analizzando i risultati positivi che queste attività possono dimostrare nel breve e lungo termine.L'esperienza è già partita con la prima proiezione all'Ospedale Bellaria l'11 dicembre scorso ed è stata accolta con entusiasmo dalla direzione sanitaria, ma soprattutto dai piccoli ospiti della struttura. La formula è: “Se i bambini non possono andare al cinema, il cinema va da loro".

Ora serve il contributo di tutti per realizzare questa impresa e renderla un appuntamento ricorrente non solo per i reparti pediatrici ma - magari - anche per altri reparti con pazienti in situazioni di fragilità, come gli anziani.

Chiunque voglia sostenere il progetto "Il cimena: dove il cinema non arriva....arriva il cimena!" potrà effettuare una donazione all’interno della pagina dedicata su Idea Ginger entro il 18 febbraio 2019. 

A seconda dell’importo donato i sostenitori riceveranno ricompense dedicate come, ad esempio, la presenza del proprio nome nei titoli di coda o la partecipazione esclusiva a una proiezione. 

Ma il premio più grande sarà aver contribuito a regalare un’esperienza di magia e di meraviglia ai piccoli ospiti delle pediatrie ospedaliere e alle loro famiglie. 



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